Dialetto e Toponimi
Nella valle del Bitto è già stata svolta l’indagine sui toponimi (in dialetto), a cura della Società Storica Valtellinese e dell’Istituto di Dialettologia ed Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca (IDEVV). Sono stati pubblicati i volumi relativi ai territori comunali di Gerola, Pedesina e Rasura. L’ultimo volume contiene anche uno studio di Remo Bracchi sui dialetti.
Nella valle del Bitto è già stata svolta l’indagine sui toponimi (in dialetto), a cura della Società Storica Valtellinese e dell’Istituto di Dialettologia ed Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca (IDEVV). Sono stati pubblicati i volumi relativi ai territori comunali di Gerola, Pedesina e Rasura. L’ultimo volume contiene anche uno studio di Remo Bracchi sui dialetti.
Mappe dell'Ecomuseo
Sono tutte quelle documentazioni inerenti usi, costumi e tradizioni locali. L'Ecomuseo, oltre ad aver individuato e catalogato il ricco e variegato patrimonio materiale, immateriale e paesaggistico da salvaguardare e valorizzare, si è impegnato perché tutta l'importante tradizione orale non andasse perduta. Si svolge quindi un costante lavoro di raccolta e documentazione inerenti la vita dei tempi passati, l'uso del dialetto e informazioni riguardanti il patrimonio artistico e storico del territorio.
Sono tutte quelle documentazioni inerenti usi, costumi e tradizioni locali. L'Ecomuseo, oltre ad aver individuato e catalogato il ricco e variegato patrimonio materiale, immateriale e paesaggistico da salvaguardare e valorizzare, si è impegnato perché tutta l'importante tradizione orale non andasse perduta. Si svolge quindi un costante lavoro di raccolta e documentazione inerenti la vita dei tempi passati, l'uso del dialetto e informazioni riguardanti il patrimonio artistico e storico del territorio.
I costumi tipici della valle
Le donne della Valgerola erano dedite soprattutto alla filatura e tessitura della lana e della canapa. La stoffa prodotta serviva per confezionare gli antichi costumi. E’ difficile individuare l’origine dei costumi tradizionali femminili. Probabilmente sono frutto di imitazione delle mode presenti in altri paesi (la moda si diffondeva anche in passato, seppur più lentamente di oggi) e di scelte autonome. Tra i capi che lo contraddistinguono vi sono la camicetta bianca con pizzi, il lungo abito di panno nero con l’orlo rosso, il grembiule a fiori, oppure bianco con ricami e l’ampio scialle, con frange e con fiori variopinti.
Le donne della Valgerola erano dedite soprattutto alla filatura e tessitura della lana e della canapa. La stoffa prodotta serviva per confezionare gli antichi costumi. E’ difficile individuare l’origine dei costumi tradizionali femminili. Probabilmente sono frutto di imitazione delle mode presenti in altri paesi (la moda si diffondeva anche in passato, seppur più lentamente di oggi) e di scelte autonome. Tra i capi che lo contraddistinguono vi sono la camicetta bianca con pizzi, il lungo abito di panno nero con l’orlo rosso, il grembiule a fiori, oppure bianco con ricami e l’ampio scialle, con frange e con fiori variopinti.
I formaggi
Bitto – Da secoli, durante il periodo estivo, sugli alti pascoli che si estendono oltre i 2000 m. si produce il rinomato formaggio Bitto che prende il nome dalle omonime valli. Il Bitto è un formaggio grasso dal sapore e profumo inconfondibili dovuti alla qualità del pascolo di alta quota e all'utilizzo di latte di capra nella sua preparazione. E' unico nel suo genere e può giungere a una stagionatura superiore ai dieci anni. A Gerola Alta dal 2007 è sorto il "Presidio Slow Food", denominato "Centro del Bitto Storico"; nel 2010 è stato creato il "Consorzio Salvaguardia Bitto storico", con l'intento di mantenere vivi gli alpeggi che producono ancora il Bitto secondo il metodo storico. Maschèrpa – Non si può parlare di Bitto senza parlare di maschèrpa, la saporita ricotta di alpeggio. Viene ottenuta dal siero derivato dalla produzione del Bitto, con aggiunta di una piccola parte di latte di capra. Può essere consumata fresca, sia dolce che salata, ma anche stagionata per diversi mesi. Formaggio di latteria – Il bestiame che in estate si trova in alpeggio per la produzione del Bitto, nel resto dell'anno si sposta a quote più basse. Il latte prodotto in stalla viene portato alla latteria ed è utilizzato per ottenere un formaggio che da quest'ultima prende il nome. In Valgerola l'unica latteria si trova a Mellarolo. Qui gli allevatori della zona conferiscono il latte per la produzione di burro artigianale e formaggio che può essere consumato giovane oppure stagionato.
Bitto – Da secoli, durante il periodo estivo, sugli alti pascoli che si estendono oltre i 2000 m. si produce il rinomato formaggio Bitto che prende il nome dalle omonime valli. Il Bitto è un formaggio grasso dal sapore e profumo inconfondibili dovuti alla qualità del pascolo di alta quota e all'utilizzo di latte di capra nella sua preparazione. E' unico nel suo genere e può giungere a una stagionatura superiore ai dieci anni. A Gerola Alta dal 2007 è sorto il "Presidio Slow Food", denominato "Centro del Bitto Storico"; nel 2010 è stato creato il "Consorzio Salvaguardia Bitto storico", con l'intento di mantenere vivi gli alpeggi che producono ancora il Bitto secondo il metodo storico. Maschèrpa – Non si può parlare di Bitto senza parlare di maschèrpa, la saporita ricotta di alpeggio. Viene ottenuta dal siero derivato dalla produzione del Bitto, con aggiunta di una piccola parte di latte di capra. Può essere consumata fresca, sia dolce che salata, ma anche stagionata per diversi mesi. Formaggio di latteria – Il bestiame che in estate si trova in alpeggio per la produzione del Bitto, nel resto dell'anno si sposta a quote più basse. Il latte prodotto in stalla viene portato alla latteria ed è utilizzato per ottenere un formaggio che da quest'ultima prende il nome. In Valgerola l'unica latteria si trova a Mellarolo. Qui gli allevatori della zona conferiscono il latte per la produzione di burro artigianale e formaggio che può essere consumato giovane oppure stagionato.