Ca' Bardassa - Fraciscio di Campodolcino
L'edificio è una tipica casa rurale in pietra con ballatoi in legno costituita da un nucleo originale (fine XVII–inizio XVIII secolo) al quale sono stati aggiunti successivamente uno stüin e dei rustici. Il suo nome "Bardassa" deriva dal soprannome di uno degli ultimi proprietari. L'edificio include una parte residenziale, un fienile e le stalle. All’interno della casa possiamo trovare testimonianza della caratteristica tecnica costruttiva a carden, basata sull’incrocio di travi di larice.
L'edificio è una tipica casa rurale in pietra con ballatoi in legno costituita da un nucleo originale (fine XVII–inizio XVIII secolo) al quale sono stati aggiunti successivamente uno stüin e dei rustici. Il suo nome "Bardassa" deriva dal soprannome di uno degli ultimi proprietari. L'edificio include una parte residenziale, un fienile e le stalle. All’interno della casa possiamo trovare testimonianza della caratteristica tecnica costruttiva a carden, basata sull’incrocio di travi di larice.
Fucina cavallari - Castello dell'Acqua
Nella fucina venivano prodotti attrezzi in ferro da impiegare nell’agricoltura e nella vita quotidiana. Rimasta in funzione fino al 1980, è stata in anni recenti ripristinata dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio. E' un “laboratorio artigianale” specializzato e attrezzato con accorgimenti tecnologici interessanti dove si possono ancora ammirare le grandi ruote idrauliche, l’imponente mola e il maglio i cui colpi, si racconta, venivano uditi fino a Teglio.
Nella fucina venivano prodotti attrezzi in ferro da impiegare nell’agricoltura e nella vita quotidiana. Rimasta in funzione fino al 1980, è stata in anni recenti ripristinata dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio. E' un “laboratorio artigianale” specializzato e attrezzato con accorgimenti tecnologici interessanti dove si possono ancora ammirare le grandi ruote idrauliche, l’imponente mola e il maglio i cui colpi, si racconta, venivano uditi fino a Teglio.
Mulino di Bottonera - Chiavenna
Nel vecchio quartiere artigiano di Bottonera, a Chiavenna, sorge il mulino del vecchio pastificio Moro, ora valorizzato come sede di un museo di archeologia industriale. Il mulino, voluto da Carlo Moro nel 1867, sfruttava la forza motrice dell’acqua per la macina dei cereali e forniva farina per la panificazione, semola di grano duro per la pastificazione, farinaccio, tritello e crusca.
Nel vecchio quartiere artigiano di Bottonera, a Chiavenna, sorge il mulino del vecchio pastificio Moro, ora valorizzato come sede di un museo di archeologia industriale. Il mulino, voluto da Carlo Moro nel 1867, sfruttava la forza motrice dell’acqua per la macina dei cereali e forniva farina per la panificazione, semola di grano duro per la pastificazione, farinaccio, tritello e crusca.
Mulino di Ca' Mazza e Ca' Zoia - Montagna in Valtellina
Nel comune di Montagna, lungo il torrente Davaglione, si trova un interessante mulino consortile utilizzato dagli abitanti delle contrade vicine, in particolare della contrada di Ca’ Zoia. Quando il mulino era pienamente in funzione ogni famiglia faceva macinare circa 50 chili di grano ogni quindici giorni e, a turno, si occupava del funzionamento del mulino. Oggi l’ultimo abitante della contrada apre il mulino ai visitatori illustrandone il funzionamento.
Nel comune di Montagna, lungo il torrente Davaglione, si trova un interessante mulino consortile utilizzato dagli abitanti delle contrade vicine, in particolare della contrada di Ca’ Zoia. Quando il mulino era pienamente in funzione ogni famiglia faceva macinare circa 50 chili di grano ogni quindici giorni e, a turno, si occupava del funzionamento del mulino. Oggi l’ultimo abitante della contrada apre il mulino ai visitatori illustrandone il funzionamento.
Mulino Osmetti - Grosotto
L’unico rimasto di una decina di opifici che fino agli anni ‘50 ancora erano in funzione, il Mulino Osmetti è una testimonianza attiva di un passato che sembra voler continuare a vivere. E' dal 1868 infatti, che le macine di questo mulino sono in funzione: tre distinte ruote in granito, un tempo azionate dall’energia idraulica prodotta dal torrente Roasco, sono oggi mosse elettricamente.
L’unico rimasto di una decina di opifici che fino agli anni ‘50 ancora erano in funzione, il Mulino Osmetti è una testimonianza attiva di un passato che sembra voler continuare a vivere. E' dal 1868 infatti, che le macine di questo mulino sono in funzione: tre distinte ruote in granito, un tempo azionate dall’energia idraulica prodotta dal torrente Roasco, sono oggi mosse elettricamente.