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Bona Lombarda: coraggiosa guerriera di valgerola

Bona Lombarda: coraggiosa guerriera di valgerola

Tra le tele della “Quadreria” di S. Lorenzo, a Sacco, nell'Ecomuseo della Valgerola, si trova il ritratto di Bona Lombarda (o meglio “Lombardi”), personaggio storico dalla vita avventurosa e singolare, soprattutto per una donna del Quattrocento, che i secoli hanno reso leggendaria.

Originaria di Campione di Sacco (oggi Cosio Valtellino), fu la moglie di Pietro Brunoro, capitano di ventura al soldo prima del Ducato di Milano e poi della Repubblica di Venezia, che seguì nelle sue imprese, compattendo eroicamente al suo fianco.

Di Bona parlano cronisti e storici che la descrivono come una donna intelligente e coraggiosa, con abilità strategiche e militari. Oltre al citato ritratto, una lapide commemorativa, in una cappella lungo il sentiero che sale a Sacco, la ricorda con queste parole: “Anche in poveri tuguri e sotto ruvide spoglie nascondonsi talvolta magnanimi spiriti capaci di ardue e nobilissime imprese”.

Di lei si sa che nacque nel 1417 da un soldato di ventura e dalla figlia di un mercante; rimasta orfana, furono gli zii ad allevarla a Sacco, allora un centro ricco e fiorente, come dimostrano gli affreschi del XV e XVI secolo che ancora vi possiamo ammirare.
Quando conobbe Bona, Brunoro era un capitano al servizio di Filippo Maria Visconti; dopo la vittoria della battaglia di Delebio (1432), si trasferì a Morbegno, diventando il governatore a guardia del territorio. Durante una battuta di caccia a Sacco vide per la prima volta Bona mentre pascolava il gregge e se ne innamorò.
Bona lo seguì, combattendo anche al suo fianco travestita da soldato, come racconta lo storico e diplomatico Giovanni Guler von Weineck: “Lo seguiva sempre a cavallo e a piedi, per monti e per valli, per mare e per terra, con ammirevole docilità e fedeltà, né mai l’abbandonò”.

Battaglia dopo battaglia, Bona e Bonoro viaggiarono in tutta Italia, combattendo a fianco dei veneziani contro i milanesi e poi al servizio di Alfonso d’Aragona, re di Napoli.
Molti gli episodi che documentano il valore della nostra eroina: Bona riuscì a salvare il compagno dalla prigionia viaggiando per tutta l’Europa, di corte in corte, alla ricerca di persone influenti che potessero garantire la libertà del marito e, durante la Battaglia di Pavone, combattuta dai veneziani contro i milanesi, quando Brunoro rischiò di essere catturato, Bona scese in battaglia, guidando gli uomini della fanteria, dimostrando tutto il suo valore.
“Costei, dopo essersi armata da capo a piedi, lo scudo al braccio e la spada nel pugno, addimostrò nell’assalto grandissimo valore; e fu causa che la piazza forte venisse ripresa, ponendovi il piede per prima” (Giovanni Guler von Weineck).
Ormai al soldo della Serenissima, i due coniugi andarono in Grecia per contrastare l’avanzata dei turchi, ma qui Brunoro morì nel 1466 durante uno degli scontri e dopo due anni lo seguì anche Bona.

La leggenda vuole che Bona si aggiri ancora lungo l’antica mulattiera della valle sotto forma di fiammella; la si può vedere nelle notti d’estate nei luoghi dove conobbe Brunoro.